venerdì 13 aprile 2007

UN CERTIFICATO PER SFILARE IN PASSERELLA




L’anoressia è un male del terzo millennio, dove è più importante l’apparire che essere, si dà sempre più importanza a fattori estetici, a discapito di quelli morali. Milano ha deciso di svoltare pagina, e cercare di dare il suo contributo, per cercare di cambiare l’immagine nel mondo della moda e dei suoi standar estetici, molto lontani dalla realtà. Un codice d’autoregolamentazione, che affronti la complessa questione della “attitudine psicofisica” a calcare le passerelle, sarà varato il 14 dicembre prossimo: per quella data è prevista l’ultima e decisiva riunione del "Tavolo Moda-Salute" che, a Milano, sta lavorando non solo intorno ai tanti altri problemi che gravano sulle spalle delle modelle, incominciando dalla droga.Si è parlato anche di droga che non è un problema da poco nel mondo delle modelle, lo ha confermato anche Tiziana Maiolo, Assessore alle Attività Produttive e alla Moda, nella bozza della proposta in esame, nella quale si pone anche l’accento all’attitudine psicofisica, e la droga certamente rappresenta una grand’alterazione psichica.Il tavolo che, per iniziativa del Comune di Milano, ha messo insieme la Camera Nazionale della Moda, le agenzie delle modelle, i medici e gli editori, proprio dunque una sorta di codice; spetterà poi alla volontà delle case di moda, dei fotografi, dei giornalisti, degli agenti delle modelle e di tutti coloro che lavorano nel fashion system, non solo firmarlo ma anche applicarlo con lealtà.L’azione combinata tra Ministero e Comune, dovrebbe produrre degli effetti indicativi, con questo codice si vuole prendere un impegno, senza necessariamente assumere una posizione proibizionista, ma autoregolamentativa al fine di proteggere la vita stessa delle modelle, e trasmettere un’immagine più sana della vita che gravita intorno al settore moda.Ovviamente questo provvedimento, nel quale un ruolo importante lo giocherà la “comunicazione” (sarà chiesto persino ai direttori e agli editori di firmare il codice) è un punto fondamentale di partenza, ed è stato deciso insieme con il vicepresidente della Fieg, Nini Briglia, che fa parte del “tavolo moda-salute”. Importante anche per l’impatto della proposta, averla fatta partire da una città come Milano, considerata da molti la capitale della moda ma anche dell’editoria.Quanto al codice, i punti importanti riguardano: l’età, infatti, la proposta è di non utilizzare modelle con meno di 16 anni, la taglia e l’indice di massa corporea, troppo spesso si vedono modelle alte un metro e 80 indossare una taglia 40, sproporzionata per una ragazza di suddetta altezza. Questi fattori combinati insieme, possono indicare, in rapporto alle diverse costituzioni fisiche, una magrezza fisiologica o patologica e soprattutto a rischio salute. In ogni caso, il decalogo dovrebbe anche prevedere, così com’è previsto per lo sport, il certificato di sana e robusta costituzione per sfilare. Il ministro per le politiche Giovanili e lo Sport Giovanna Melandri ha espresso apprezzamento per l’iniziativa del Tavolo Moda e Salute di Milano, dal quale si vuole lanciare un segnale importante per la lotta all’anoressia.La sensibilità di tutti coloro che ruotano intorno al sistema della moda nazionale sta crescendo, approfittando di questo, si è voluto stabilire dei criteri omogenei per tracciare una linea di confine chiara tra magrezza e malattia delle modelle.

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